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Un buon horror stasera in tv: THE CONJURING (L’evocazione) – merc. 24 febb. 2016, tv in chiaro

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The Conjuring – L’evocazione, Italia 1, ore 23,25.
THE CONJURINGThe Conjuring – L’evocazione, di James Wan. Con Vera Farmiga, Patrick Wilson, Mackenzie Foy, Ron Livingston, Lili Taylor, Hayley McFarland, Shanley Caswell, Joey King, Sterling Jerins, Shannon Kook, John Brotherton, Steve Coulter. Usa.THE CONJURINGUn esorcistico che negli Stati Uniti ha realizzato cifre inaspettate al box-office e decisamente al di sopra della media horror di oggi. Ricostruzione d’epoca perfetta (siamo nei primi anni Settanta), un crescendo tesissimo fino allo scontro finale con il maligno. Porte cigolanti, voci sinistre e ombre minacciose come nei film di paura classici. E Vera Farmiga sempre più somigliante a Faye Dunaway. Voto tra il 6 e il 7IWilliam Friedkin è un genio. Son passati quarant’anni giusti dal suo L’esorcista, anniversario festeggiato con una versione restaurata rimasta purtroppo solo un giorno in sala, eppure quel film non smette di influenzare, prolificare, mettere al mondo figli più o meno degeneri. The Conjuring (molto meglio l’originale del brutto titolo italiano L’evocazione) appartiene alla schiera dei rampolli legittimi, per la buona qualità e per l’omaggio esplicito all’illustre predecessore. Oltretutto si svolge nel 1971, quasi contemporaneamente alla data di uscita de L’esorcista, e mutuarne modi e atmosfere è stato – immagino – naturale. Il successo ottenuto negli Stati Uniti è andato oltre ogni previsione, finora sono 130 milioni i dollari incassati in patria, molto al di là della quota solitamente raggiunta dagli horror, il che significa che The Conjuring ce l’ha fatta a raggiungere non solo il solito pubblico degli appassionati del genere pure un po’ fanatici e ossessionati, ma anche un pubblico più largo. Una riuscita dovuta, credo, al fatto che somigli più a un esorcistico-pauroso classico che alla cine-contemporaneità orrorifica di ributtanti e ripugnanti effettacci speciali. Per mettere in scena questa storia di una casa posseduta, di una famiglia altrettanto posseduta e della coppia di specialisti che indagano sul caso, il regista James Wan (quello del primo Saw), ricorre al repertorio dei meravigliosi film di spavento di una volta, poveri e belli. Le porte cigolano sinistramente assai spesso, ombre minacciose si stagliano per poi subito scomparire, strane figure lampeggiano negli specchi,  agghiaccianto voci e grida giungono dall’al di là come in Suspiria, gli oggetti impazziscono, a partire dagli orologi. E le bambole poi, e i carillon. Il diavolo, probabilmente. Difatti i coniugi Ed e Lorraine Warren – personaggi reali della cronaca di quegli anni, e il film si ispira al caso più spaventevole della loro carriera di detective del soprannaturale e del paranormale – ci metton poco a capire come ci sia qualcosa di demoniaco in quello che sta accadendo lì, nella bella casa ai margini del bosco dove vive la famiglia Perron: padre camionista, madre casalinga e un nugolo di figlie (solo femmine) di varie età e vario carattere. Incauti a comprare quella casa a un’asta, a un prezzo così conveniente che si sarebbero dovuti insospettire. Difatti il posticino nasconde un orribile segreto, una tremenda storia passata e le conseguenze non tardano a manifestarsi. Tutti cadono in ostaggio di forze oscure, e sarà l’intervento dei due investigatori dell’oltreumano a far emergere man mano quel che sta nascosto. L’andamento del racconto è abbastanza classico e senza molte sorprese, seguendo un collaudato schema narrativo del genere. L’escalation della minaccia e degli eventi di paura, l’acme del terrore, la guerra contro il male, la battaglia decisiva. Che poi è una scena fiammeggiante e tosta di esorcismo, praticata dal signor Warren in mancanza del regolare e uffiiciale scaccia-demoni di Santa Madre Chiesa che tarda ad arrivare (bisogna aspettare i permessi dal Vaticano, figuriamoci). Il bello di questo film sta nella molto accurata ricostruzione d’epoca, con quei primi anni Settanta esatti nei climi, nel décor, nei costumi, e rifatti sul modello esplicito del film di Friedkin. Si vede subito la confezione non trucida, non dozzinale. Poi, certo, nella seconda parte The Conjuring va sui manierismi e i vizietti dell’horror di oggi, spuntano gli effettacci, e però la differenza rispetto alla media resta ed è visibile. Vera Farmiga come signora Warren, anche sensistiva oltre che detective del soprannaturale, è sempre più somigliante a Faye Dunaway, qui in particolare alla Dunaway di Gli occhi di Laura Mars. Un film di paura molto dignitoso, che anche i non fanatici del genere possono gradire.


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